martedì 30 maggio 2006

Helsinki - Kotiharjunsauna

Avendo realizzato che le saune e le terme ci piacevano parecchio, abbiamo deciso che non potevamo esimerci dall'andare a trovare i Maestri, coloro che la Sauna l'hanno inventata, coloro che gli hanno dato un nome e che la difendono con un'apposita Società per la tutela della Sauna: i Finlandesi.

In Finlandia la Sauna è come la pasta in Italia, o le patate in Germania, non si mette mai in discussione, si consuma con precisi rituali, fa benissimo alla salute e nessun Finlandese ne potrebbe fare a meno per nessun motivo!

Purtroppo i tempi moderni e la ricchezza procapite possono nuocere parecchio a questi antichi rituali e a decretare la fine delle saune a legna pubbliche ci si sono messe anche le norme di sicurezza, che hanno fatto preferire per gli ambienti domestici le saune elettriche. Poichè praticamente tutti i finlandesi hanno una sauna in casa, o perlomeno ce l'hanno nel condominio, la sauna pubblica sta perdendo di importanza e ne esistono pochissime a Helsinki di cui solo una alimentata a legna, tenuta in vita solo grazie a finanziamenti pubblici.

La sauna pubblica di cui sto parlando è la Kotiharjunsauna, un posto autentico, reso ancora più autentico dal fatto di essere nel cuore del quartiere degli ubriaconi di Helsinki, dove da ogni bar, verso sera, occhieggiano scritte inneggianti a Happy Hours già dalle 15!
Ovviamente è un'istituzione ed i veri intenditori considerano Sauna solo quella alimentata a legna e vedono come fumo negli occhi le saune elettriche!

La Sauna Kotiharjunsauna, a vedersi da fuori non è certo delle più attraenti, e per tutta consolazione degli esteti, dentro non migliora di certo.

Nel minuscolo ingresso inflazionato di casse di bibite piene di bottiglie vuote, dietro uno striminzito bancone ci stanno due soggetti che paiono usciti da un film di Aki Kaurismäki, che pare ami molto questa sauna e pure il quartiere.

Con poche parole in un inglese impeccabile ci porgono un asciugamano e ci dividono per sessi. Salgo le strette scale ingombre di scatole varie e ornate da un logoro tappeto un tempo rosso e arrivo al piano superiore.

La struttura comprende il piano terra e il primo piano di un palazzo che era pensato per ospitare appartamenti popolari per i dipendenti delle ferrovie finlandesi e la sauna al suo interno era destinata ai condomini, e non pensata come una struttura pubblica, quindi i vari ambienti sono arrabattati alla bell'e meglio.

Velocemente mi spoglio nello spogliatoio-salotto, rinchiudo le mie cose nell'armadietto di legno e mi affaccio nell'anticamera della sauna. La stanza delle docce è spoglia e grigia, con i tubi arrugginiti in vista e catini di legno in cui sono immersi i mazzi di betulla. Le poche signore presenti, tre al massimo, chiacchierano animatamente e gesticolando tutte contemporaneamente, facendomi sorridere. Penso a quanto mi divertano gli stereotipi infranti: sono in Finlandia, in una delle saune più famose della città insieme a locali, e tutto quello che vedo non rientra per niente nell'immaginario che mi ero fatta; eppure c'é ancora chi generalizza sui popoli, incredibile!

Una signora è sdraiata su di uno spoglio lettino, che mi ricorda il lettino per le autopsie su cui ho dato l'esame di anatomia, senza scolo per il sangue però, e senza smettere un secondo di ragionare si fa lavare da una flemmatica signora che annuisce in continuazione. A fatica chiedo lo stesso trattamento e vengo rassicurata con lo sguardo...fra poco toccherà a me.

Nel frattempo mi procuro un mazzo di betulla ed entro nella Sauna.
La sauna è uno stanzone con le pareti annerite dal fumo in cui troneggia una stufa gigantesca. Non c'é traccia delle panche di legno o di quelle graziose immagini di saune finlandesi delle pubblicità...nulla di tutto ciò!
Mi ritrovo quasi al buio, seduta su gradoni di cemento o roba simile con attorno navigate indigene che si frustano violentemente. Ogni tanto, quasi stizzite, si alzano a turno e girano un pomello della stufa, che provoca la fuoriuscita di acqua sul fuoco e vampate di vapore bollente. Osservo e ripeto i gesti, frustandomi a mia volta col mazzo di betulla. I rametti di betulla di cui è composto il mazzo sono molto flessibili e non fanno male nemmeno se sbattuti violentemente, anzi, provocano un piacevole pizzicorino e infondono all'aria e alla pelle un odore buonissimo.

Dopo la doccia e un pò di riposo tocca a me di farmi lavare.
La signora mi fa sdraiare nuda come un verme sul tavolaccio e con una calma infinita inizia a lavarmi. Con la spugna mi massaggia e mi lava e con la canna mi sciacqua, molto efficiente e premurosa allo stesso tempo. E' raro che da adulti si venga lavati da altri, e la sensazione mi fa riprovare sensazioni infantili, nascoste da 30 anni nel mio cervello. Alla fine del trattamento mi sento pulita e felice, con endorfine circolanti e stereotipi infranti...anche questa giornata non è andata sprecata...

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