giovedì 31 maggio 2001

L’Aufguss

Il momento più atteso di ogni sauna tedesca è sicuramente l’Aufguss.
Il protagonista dell’Aufguss, il gran sacerdote che celebra il suo rito è lo Sventolatore o Bademeister come dicono i locali.

Lo Sventolatore è l’unica figura a cui è permesso indossare un qualcosa che copra le sue nudità nella sauna textilfrei, forse perché i movimenti oscillatori che deve fare durante il suo lavoro lo renderebbero un po’ troppo divertente e non si riuscirebbe a trovare la concentrazione che l’evento richiede.
L’Aufguss si celebra in tutte le saune a intervalli regolari, è buona regola quando si arriva in sauna guardare il piano degli Aufguss per essere sicuri di riuscire a parteciparvi.

All’orario prestabilito ci si reca alla sauna dove il rito avrà luogo, in genere si riconosce dall’abnorme numero di ciabatte parcheggiate davanti alla porta, ed in genere si combatte per riuscire a trovare un posticino nell’affolata stanzetta, in cui ognuno difende i sui venti cm quadrati a suon di occhiatacce.
Ecco, la ricerca del posto per un Aufguss e forse il momento di maggior ostilità a cui lasciano andare i tedeschi, normalmente gentilissimi in sauna.

Arriva lo Sventolatore, che può essere anche una donna, e come prima cosa fa uscire un po’ di calore, sapendo che poi la temperatura si innalzerà a livelli sovra umani.
Occupare i piani alti durante un Aufguss è una prova di coraggio che dovrebbe rendere automatico l’ingresso a tutte le principali logge massoniche per diritto.
Lo Sventolatore entra, chiude la porta e a quel punto nessuno può più entrare e possibilmente uscire.

Sono mal tollerati tentativi di fuga, anche se in preda a malore.
Lo Sventolatore si presenta, sempre, come se potesse servire sapere il suo nome per denunciarlo per lesioni aggravate.

Presenta poi il suo progetto, che tipo di essenza verserà sul braciere, se farà una pausa e se ci darà qualche regalino durante il rito.
Versa la pozione sul braciere e la temperatura si innalza rapidamente.
Dimena il suo asciugamano con gesti precisi e studiati e folate di aria bollita investono i nostri corpi come schiaffoni da fantasmi.
Il sudore scorre copioso.

Arriva la pausa e se siamo fortunati lo Sventolatore ci offre frutta, piccoli ghiaccioli, succo di limone da bere o quant’altro la fantasia degli sventolatori riesca a partorire.

Ultimamente si armano di spruzzino con acqua fresca ed essenze e ci spruzzano uno ad uno, prima di riprendere la sventolata finale.
Alla fine dell’Aufguss scatta l’applauso a cui segue il fuggi fuggi generale, poiché la temperatura e l’umidità hanno raggiunto livelli astronomici e ci si dirige con falsa calma verso la frescura tanto agognata.
Questo nel caso migliore.

Purtroppo anche nelle saune il progresso può mostrarci il suo lato peggiore, per cui gli Sventolatori possono venire sostituiti da banali timer che ad un orario prestabilito versano acqua con essenze sul braciere, ed hanno comunque il coraggio di chiamarsi Aufguss.

Per fortuna però la tradizione resiste nella maggior parte dei casi e a volte ci si può anche ritrovare in mezzo a qualche rito spontaneo di qualche simpatico signore tedesco doc che si improvvisa Sventolatore e inscena un Aufguss non autorizzato.
Questi Aufguss sono i migliori ma anche quelli più duri.

In genere il signore è molto convinto di avere l’arte dello sventolamento infusa e ci propina la sua essenza portata da casa in dosi massicce dal braciere.
Leggende metropolitane da sauna narrano di terribili incidenti conseguiti ad errati dosaggi di essenze sul braciere: si dice che, essendo l’essenza in parte costituita da alcool, se se ne mette troppa dal braciere si possa alzare una palla infuocata che inizia a vagare per tutta la sauna ustionando i presenti.

Essendo i frequentatori tutti a conoscenza di tale leggenda, in genere si crea un certo silenzio nel momento in cui lo Sventolatore casareccio versa la sua mistura sul braciere.

Se fila tutto liscio e si propaga la giusta folata di essenze lo Sventolatore inizia il suo show slogandosi le scapole pur di sventolare con tutta la forza possibile i ridacchianti avventori presenti.

Alla fine dell’Aufguss in genere parte un fragoroso applauso, tipo quello agli atterraggi dell’Alitalia, e tutti si affrettano con calma verso le docce, se ci arrivano…

Saune textilfrei tedesche

Una caratteristica comune a tutte le saune tedesche è la sensazione di religiosità che si respira entrandovi. Sono tutti seri e rilassati, cordialissimi e lenti nei movimenti.

In un Paese il cui popolo non brilla per comunicatività ed espressioni di spontaneità, le saune sono porto franco.

La gente ti sorride anche se sei un estraneo, ti dà consigli e attacca discorso con molta più facilità che altrove.
L’aspetto più bello di tutto ciò è che siamo tutti nudi, tutti come mamma ci ha fatti, ognuno con i suoi pregi e difetti, in entrambi i casi portati con fierezza, bellissimo.

In un’Italia bigotta e maschilista (in pratica, non in teoria), dove ci si fissa insistentemente e l'aspetto estetico è tutto, questa naturalezza fa sempre un po’ effetto.
In Germania si evitano gli sguardi diretti e si fa attenzione a non essere invadenti.
In fondo c’è poco da deridere il prossimo se siamo a nostra volta nudi come bruchi!
Non esiste il punto di osservazione privilegiato, in cui si può commentare senza esporsi.

Il risultato di tutto ciò è un luogo che ha del sacro, dove vige l’educazione e il rispetto, e tutti sono concentrati su loro stessi.
In una sauna tedesca ci sono poche regole, ma guai a non rispettarle! Innanzitutto ci si lava, guai a portare sudore da casa, è ammesso solo quello prodotto in loco.
Poi ci si fa il bagno ai piedi, caldo, in appositi bidet da piedi, guai ad entrare in sauna coi piedi freddi.
Poi si entra in sauna, dopo averla scelta fra diverse gradazioni e aromi.
Le saune sono una specie di aula magna con il braciere al posto del professore, che infonde calore (e che calore!) e aromi di cui si nutrono tutti i presenti.

I più eroici si avventurano ai piani più alti, dove la temperatura raggiunge livelli infernali e subito posizionano l'asciugamano sotto tutto il corpo, piedi compresi, per evitare di imbrattare l’ambiente di tutti con il proprio, inopportuno sudore.
Kein Schweiss auf Holz!
In ogni sauna tedesca, generalmente intarsiata in una sezione di tronco d‘albero che fa molto natur-style, si trova questa frase esclamativa. A vederla così è veramente poco intuitiva, ma poi pare ovvia! Sbrodola il tuo sudore sul tuo asciugamano e rispetta la panca di tutti! Giusto! Per carità
Le postazioni alte sono il preludio dell’inferno dantesco, a rovescio peró, i gironi più alti raccolgono le sofferenze maggiori.

Il personaggio tipo che affolla questi spalti è un ciccione che se ne può tranquillamente fregare di essere nudo, visto che l’abbondanza della sua pancia copre abbondantemente le sue vergogne.
Con movimenti da ballerina di danza classica raggiunge la sua postazione con la padronanza del movimento dell’asciugamano sotto il piede, gira la clessidra e non la guarda mai più.

Il tempo passa e lui resiste, scendere ai piani inferiori sarebbe un’ammissione di debolezza che non si perdonerebbe mai, sbuffa, si gratta per sudare di più e man mano che il tempo passa diventa tutto rosso e lo sguardo gli si appanna.
Ad un passo dal collasso, scende barcollando verso l’uscita, sbuffando come una vaporiera e aspergendo tutti i sottoposti a spruzzate di sudore prodotto in quantità abbondante durante la seduta infernale.

Dopo essere usciti dalla sauna, dopo un tempo individualmente lungo, con i luccichini preludio di un imminente svenimento davanti agli occhi e con l’unico desiderio di andare a rinfrescarsi nel più breve tempo possibile, ecco due rigide regole fare il loro ingresso: muoversi molto lentamente, possibilmente da gara con un bradipo, e dirigersi come prima cosa verso le docce: non vorrai mica sporcare col tuo sudore la vasca fredda (che è di tutti!).

A questo punto ognuno ha il suo personale rituale, chi passeggia in giardino avvolto nella nuvoletta di vapore che produce lui stesso col calore del corpo, chi si diletta con doccie cromoterapiche in cui a un getto di acqua gelata si aggiungono bagliori colorati e canti di uccellini, chi preferisce una secchiata gelida a scroscio e non ci si pensa piú!

Il momento più bello, ma anche quello che richiede la maggiore dose di coraggio, è l’immersione nella vasca fredda.
Appena si infila il primo piede nella vasca, viene voglia di ritrarlo e rifilare dritti come fusi a 100°C.
Un pelo più fredda e sarebbe solida.

Se si riesce a immaginare che il corpo in cui ci troviamo in quel momento non è il nostro e quindi che non possiamo morire immergendoci nel mar artico, proveremo una delle sensazioni più belle che si possono provare: il cuore ha un tuffo e una sferzata di adrenalina o comunque altre simpatiche sostanze endogene, producono un notevole effetto shock ! ma fa bene, quindi niente paura! Una serie di pizzicorini di tutti i tipi sconquassa il nostro corpo e quando se ne esce, con una buona dose di orgoglio addosso, ci si va a sdraiare e ci si sente in paradiso.

E qui arriva l’ultima fondamentale regola della sauna, ci si impacchetta ben bene nell’accappatoio stando bene attenti ad avere i piedi coperti da un asciugamano.
Il calore preso in sauna e reso all'acqua gelida va riequilibrato, quindi ci si deve coprire per benino. Il massimo godimento lo procurano un bel paio di calzettoni di lana, possibilmente fatti a mano e con filati naturali (guai le fibre sintetiche!).

mercoledì 30 maggio 2001

Stuttgart - La scoperta dell'acqua calda

La nostra passione per i luoghi termali è nata quasi per caso, galeotta fu Stoccarda.

Se dovessi chiedermi o chiedere a qualcuno di indicarmi i primi 10, o anche 100 posti più esotici del mondo, sono quasi certa che Stoccarda non rientrerebbe fra questi.

Certo, vi hanno sede la Porsche e la Mercedes, ma non siamo dei patiti di turismo industriale, percui se non fosse stato che Georg stava facendo una stage in una emittente radio con sede in città, difficilmente vi avremmo trascorso una settimana.


Nessuno dei due sapeva che Stoccarda è una delle capitali del termalismo europeo, con le sue 19 fonti termali, i suoi 22 milioni di litri di acqua termale che sgorgano al giorno e il suo quartiere delle piscine; è inoltre il capoluogo del Baden-Wuerttemberg , la regione della Germania più ricca di acque termali, ma sinceramente non avevamo mai pensato alle terme come attrattiva per le nostre vacanze.

Un pomeriggio volevamo farci una nuotata, e dato che già conoscevamo le piscine tedesche, in genere luoghi molto gradevoli in cui passare qualche ora, ci siamo diretti verso il quartiere dei bäder.

Altro che piscina! Ci siamo ritrovati in un posto multifunzionale in cui tutte le funzioni avevano comunque lo stesso obiettivo: farci stare bene.

Come tutte le scoperte che si fanno da soli, sul campo, senza indicazioni
da guida, ci siamo sentiti come dei piccoli Hensel und Gretel che scoprono la casetta di marzapane.

Oltre a bagnini molto più gentili dei classici bagnini da guerra a cui eravamo abituati nelle piscine normali, l’atmosfera era molto più raffinata.

Potevamo sguazzare, gironzolare per il giardino in un sentiero d’acqua termale in cui getti sottomarini sospingevano in avanti i nostri corpi, potevamo giocare con cascatelle e champignon d’eau, farci sballottare dall’idromassaggio e provare piscine a diverse gradazioni per sentire la nostra circolazione fare ginnastica.


Tutto ciò però era solo l’inizio.

L’esperienza pionieristica che ci ha più segnati, è stato il primo approccio con la parte sauna “textilfrei”.

Al piano di sopra, lontano dagli schiamazzi dei festosi bagnati, si apriva a noi il mondo sacro delle saune.

Appena entrati ci è venuto incontro il classico odore da sauna: un misto fra legno nuovo e freschezza di essenze balsamiche.

L’ambiente era accogliente e caldo ed è stato da subito chiaro che il costume non ci serviva più; tutti gironzolavano con nonchalance completamente nudi e sembravano indaffarati, ma tranquilli, come se ognuno con molta calma seguisse un proprio copione, fatto di gesti ben precisi ma allora per noi misteriosi.

Essendo arrivati in quel posto con addosso il cappotto, ci pareva quantomeno strano che ci fosse gente sdraiata all’esterno su lettini da spiaggia, mostrando le nudità ad un timidissimo sole di marzo.

C’era chi stava con i piedi a bagno nell’acqua leggendo un giornale, chi stava impacchettato dalla testa ai piedi tipo mummia su lettini ergonomici a godersi il silenzio delle ruheraum, chi emergeva da una vasca-pozzo con scaletta, il cui cartello indicava “tauchbecken”, praticamente carotaggi della calotta artica!

Ci siamo avventurati in quel posto curiosi e un po’ imbarazzati.

Non è facile la prima volta stare nudi in una situazione sociale. Una volta superata la vergogna, si possono assaporare però sensazioni di libertà totale e la soddisfazione di trasgredire a tutte le regole sul pudore con cui ci hanno cresciuti.

In un luogo dove tutti sono nudi diventa fuori luogo l’essere vestiti.

Piano piano abbiamo cominciato a studiare le varie saune, le diverse temperature, le varie essenze, soprattutto, a studiare gli altri, come si comportavano.

Sentivamo che tutto era ritualizzato e stava a noi scoprire quei riti.
Da quella esperienza abbiamo iniziato a cercare ovunque luoghi termali e saune, in tutti i posti che abbiamo visitato, o addirittura ad incentrare lo scopo del nostro viaggio sulla loro ricerca, sempre e comunque, alla scoperta dell‘acqua calda.